Il 2020 ha dato un vero e proprio scossone al modo di vendere online, rivoluzionando la vendita tradizionale in store e ridisegnando le regole di un nuovo modo di fare shopping.
Le basi di questo cambiamento epocale erano già in atto, il Covid ha solo accelerato un processo oramai inevitabile.
Che i vari Lockdown abbiano velocizzato la crescita degli acquisti online è sotto gli occhi di tutti, e la presenza dei negozianti su internet è diventata una scelta imprescindibile e sensata. Traghettarsi verso un mondo virtuale non sarà una bolla temporanea ma un nuovo modo di fare attività imprenditoriale, nessun modello di business potrà aggirare l’integrazione fra negozio reale e virtuale.
Questa è la vera evoluzione in atto: il processo di avvicinamento tra il canale online e quello offline.
Lo dimostrano gli investimenti fatti per favorire modalità di vendita ibride, come il click&collect, ordine di un articolo online da ritirare in negozio o presso un locker, e il drive&collect, usatissimo in alternativa alla spesa a domicilio che prevede l’acquisto online con ritiro al punto express del supermercato.
Possiamo affermare quindi che dopo anni in cui l’e-commerce ha giocato un ruolo secondario nelle strategie di vendita delle aziende, oggi diventa un perno fondamentale, un canale in prima linea nell’interazione tra azienda e consumer.
E non parliamo solo delle solite grandi realtà, i modelli di consumo sono così cambiati da poter parlare di omnicanalità: la direzione dell’ecommerce è sempre più glocal e il proximity commerce è il modello che sta prendendo sempre più piede, complice anche la crisi sanitaria. Infatti è proprio grazie all’integrazione con i grandi player del delivery che i piccoli negozianti hanno avuto la possibilità di raggiungere i clienti residenti nelle zone limitrofe. Vedi le case history dei vari Just Eat e Glovo i cui modelli sono stati clonati in decine di app simili che coprono ogni settore merceologico, dalle bottiglie di vino ai pannolini per bambini.
Un altro dato importante su cui riflettere è l’aumento esponenziale dell’utilizzo dello smartphone che durante le fasi di lockdown ha registrato un aumento degli acquisti su mobile del 42% rispetto ai 12 mesi precedenti. Ed è inutile ricordare che il telefonino è l’oggetto con cui abbiamo più contatti ogni giorno: una campagna pubblicitaria basata su delle call to action ambient mirate, raggiunge quotazioni altissime in questo nuovo mondo dove tutto è a portata di mano, sempre.
Questo non è il futuro: è il presente ed esserci è necessario.
L’affollamento a cui assisteremo nei prossimi anni delle attività commerciali online, obbligano gli esercenti a sviluppare strategie marketing sempre più performanti e mirate, per raggiungere il loro target cercando di ottimizzare sempre meglio il budget per fronteggiare l’aumento della concorrenza sui canali digital.
Iniziare questo percorso è l’unica strada per sopravvivere e possibilmente prosperare negli anni a venire, fino al prossimo cambiamento epocale.
Chi si ostina a definire la vendita online come una maledizione perché si pensa vittima di un sistema che toglie quote di mercato al suo business, al “piccolo”, al Made in Italy, all’artigiano etc., è costretto non solo ad adeguarsi ma anche a imparare a cambiare velocemente.
Perché le regole di oggi non valgono domani.
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