Metodologia OKR in azienda spiegato da una Social Media Manager.

Prima di tutto, mi sembra doveroso fare una dichiarazione: sono una social media manager anomala. 

Ebbene sì. 

Negli ultimi anni, è vero, mi sono avvicinata al mondo dei social media, andando alla ricerca di contenuti performanti, stilando piani editoriali e strategie digitali a 360°, declinate poi sulla base degli obiettivi concordati con il cliente, fino ad avvicinarmi anche al mondo del digital marketing e tutti quei touchpoint comunicativi formidabili.

Formidabili sì, se utilizzati con cognizione di causa. 

Ma non perdiamoci nell’analisi tecnica di quello che mi compete ogni giorno.
Per questo puoi approfondire in articoli e guide più pratiche che trovi sul sito come consigli utili per le tue ADS o Guide per Content Creator.

Veniamo al punto. Come mai “anomala”? 

Beh, a me non piace eseguire solo la mera operatività. Mi divertirei solo a metà, altrimenti.

Nel lavoro, come nella vita, amo avere una visione d’insieme, sapere dove sto andando, avere obiettivi e processi che siano un minimo regolarizzati, schedulare il mio tempo… senza dimenticare ovviamente il fattore umano (ma di questi miei altri interessi come coaching e people management ne parleremo in un altra sede, magari davanti a un caffè 😉).

Come avrai ormai intuito, la mia passione per il project management non è certo un segreto. 

Del resto, questa disciplina va ben oltre la semplice esecuzione di task: si tratta di definire una strategia, monitorare i progressi e adattarsi agli imprevisti

Ed è proprio qui che entra in gioco la metodologia OKR (Objectives and Key Results), di cui ti voglio parlare oggi, uno strumento efficace per:

  • fissare obiettivi chiari e misurabili;
  • mantenerli sempre allineati con una visione d’insieme, sia sul lavoro che nella vita personale.

Cos’è la metodologia OKR

Probabilmente se lavori in azienda (o ne gestisci una, ecco) saprai benissimo quanto è importante stilare degli obiettivi chiari e misurabili. E probabilmente saprai che cos’è la metodologia OKR. 

☝️ PER TUTTI GLI ALTRI…

Siete presto serviti: 

Secondo Asana, (tool di project Management amato dal nostro CEO Fabio Filippelli e in cui ormai ci districhiamo benissimo 😎), “OKR è l’acronimo di Objectives and Key Results, ovvero obiettivi e risultati chiave, una metodologia per la definizione degli obiettivi che può aiutare il tuo team a stabilire e monitorare obiettivi misurabili.”

Nello specifico, l’Objective descrive qual è l’obiettivo che vogliamo raggiungere, mentre il Key Result è il modo con cui ci avviciniamo progressivamente all’obiettivo e che siamo in grado di misurare.

Gli OKR servono a fissare e raggiungere obiettivi sfidanti e ambiziosi in un arco temporale ben definito come trimestrale, semestrale o annuale. 

La bellezza degli OKR? Si possono implementare sia in un team numeroso sia in quelli composti da poche teste. O anche semplicemente da una sola! Quindi? Nessuna scusa! 😌

Come implementare gli OKR

Per ogni Objective (O) è indicato impostare 3-5 Key Result (KR), ovvero quelle metriche che ci indicano se stiamo raggiungendo la nostra desiderata. 

Intendiamoci però: i key results non sono una semplice lista. Devi individuare quelle attività che fanno DAVVERO la differenza. 

E soprattutto, devono essere MISURABILI.

E ancora (poi ho finito, sì), i risultati raggiunti progressivamente (ad esempio, all’interno del quarter o del timing che ti sei dato) devono essere MONITORATI. Progressivamente. 

Ecco a te un ➡️ esempio pratico. Mettiamo caso che tu ti stai ponendo l’obiettivo ambizioso di lanciare un nuovo prodotto sul mercato entro il prossimo trimestre, come lo traduci secondo la metodologia OKR? 

 

Qui sotto l’impostazione ideale:

O 1: lanciare un nuovo prodotto entro il prossimo trimestre 

KR 1: raggiungere il 95% di soddisfazione del cliente 

KR 2: ottenere 1.000 clienti nel primo mese

 

In questo caso, parliamo di KR in quanto monitoriamo risultati specifici e temporanei legati a un obiettivo definito (lanciare un nuovo prodotto entro il prossimo trimestre) e ambizioso.

⚠️ Attenzione a non confondere i KR con i KPI: questi ultimi misurano prestazioni regolari e continuative sul lungo periodo, non legate a un obiettivo specifico, ma alla salute generale dell’azienda o del processo.

In altre parole, i KR sono dei traguardi che ti dicono “come saprai di aver raggiunto l’obiettivo“, mentre i KPI ti dicono “come stai andando in generale“, fornendo informazioni precise sulle performance in quel preciso momento. 

Gli OKR, infatti, sono come la mappa che tieni in mano. La mappa non solo ti dice dove sei, ma ti indica anche la rotta che devi seguire per raggiungere il tuo scopo. 

Mentre i KPI ti danno la sicurezza di sapere se tutto va bene, gli OKR ti ispirano e ti spingono verso qualcosa di più grande, un traguardo che ancora non hai raggiunto, ma che hai deciso di conquistare.

In sintesi?

Gli OKR sono progettati per sfidare il team a raggiungere nuovi traguardi, mentre i KPI monitorano prestazioni più stabili e prevedibili.

I vantaggi degli OKR in azienda

Già percepisco i tuoi dubbi in merito: sono leciti, sì.

  • “Perché dovrei implementare questa metodologia in azienda?”
  • “Non basta impostare dei semplici indicatori di performance?”

1. Beh, gli OKR consentono di dare una direzione unica e creano allineamento sugli obiettivi e sui risultati, rispetto ai KPI che non necessariamente restituiscono il contesto e la rotta verso la quale si sta andando. Partire dagli obiettivi, definire i key results, e di conseguenza comprendere quali sono le tasks prioritarie costringe ad agire secondo una direzione ben chiara senza annaspare in mezzo al mare in tempesta.

2. Gli OKR consentono di dare delle priorità: non si monitorano ad esempio 20 KPI, ma come detto prima, per ogni obiettivo si hanno massimo 5 key results di cui tenere conto.

3. Gli OKR, inoltre, sono visibili a tutti in azienda: ognuno è a conoscenza degli obiettivi di tutti. Questo favorisce la trasparenza e la comunicazione, che diventano valori fondamentali, contribuendo a creare una visione condivisa e un team allineato.

La direzione strategica è una sola e condivisa: non si può dare adito al fraintendimento.

OKR: sono veramente utili da applicare in azienda?

Personalmente, penso che l’implementazione degli OKR in azienda possa portare a significativi vantaggi solo se è guidata da una visione chiara e se rappresenta una REALE priorità per i leader dell’organizzazione. 

TUTTAVIA…

L’entusiasmo per l’adozione degli OKR non deve tradursi in una corsa precipitosa, ma bisogna adottare un approccio progressivo e strategico. 

Un’ottimo piano d’azione è quello di introdurre gli OKR in modo graduale, testando l’implementazione su un breve periodo, ad esempio un quarter.

Questo approccio permette di monitorare i risultati, identificare eventuali criticità, evitare che il team si senta sopraffatto da cambiamenti troppo repentini e apportare le modifiche necessarie prima di un’adozione più ampia. Non vogliamo partire in quarta prima di arrivare alla nostra ambiziosa meta senza gli strumenti idonei, giusto?

Se gli OKR vengono infusi gradualmente nella cultura aziendale, i dipendenti possono familiarizzare con il processo, vedere i benefici concreti e, di conseguenza, integrarli nelle loro pratiche quotidiane. Solo con il tempo e l’esperienza si crea un circolo virtuoso dove gli OKR diventano un vero strumento di ispirazione e innovazione, piuttosto che una semplice checklist di obiettivi. Non credi? 😄

Inoltre, tutto ciò consente di evitare di impostare OKR irrealistici o troppo complessi all’inizio. È facile cadere nella trappola di voler fissare obiettivi estremamente ambiziosi. Una graduale padronanza degli OKR permette di affinare la capacità di definire obiettivi stimolanti, ma raggiungibili.

E tu, hai già adottato degli OKR in azienda? Che risultati hai ottenuto? Parliamone! 

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