Di l(u)oghi della mente e di incredibili restyling: il nuovo logo Nokia.

Per chi come me ha avuto la fortuna di essere ragazzina/o a metà degli anni ‘90 il logo NOKIA non è solo una scritta su un apparecchio telefonico, ma un portale della memoria verso un decennio in cui tutto quello che accadeva era davvero una novità.

Perché il cellulare era il primo telefono personale, concetto rivoluzionario per un oggetto condiviso che in casa era perenne oggetto di discordia: “Metti giù che serve a me”, “Attacca che aspetto una chiamata”, al “Taglia che la bolletta la pago io”.

Immaginate cosa ha significato l’arrivo dell’SMS e il suo magico carrozzone di Summer e Christmas Card che per noi ragazzini, sempre a contare i caratteri per non pagare due invii anziché uno, era felicità pura. E ancora le suonerie personalizzabili, gli squilli per dire “ti penso”, giocare a Snake per ore tanto la batteria durava una vita, la scheda ricaricabile da 5.000 lire (traduco: 2,50 euro di oggi) con il bellissimo sorriso di Megan stampato sopra, a prometterti più minuti, più messaggi, più libertà.

Quindi quando mi è stato chiesto di scrivere un articolo su un logo restyling del 2023 non ho avuto molti dubbi, anche perché il mio lato copy non ha certo dimenticato quel gioiellino di pay off di Connecting People

Dopo questa proustiana digressione torniamo ai giorni nostri e al motivo di questo articolo: parlare del perchéepercome del restyling del logo Nokia.

Nokia: la storia di un brand con i controfiocchi.

Iniziamo con il dire che il logo a cui siamo tutti abituati è del 1978 e che comunque i suoi 45 anni di età se li portava alla grande: sul pianeta Grafica 45 anni sono un’eternità e se pensiamo che ci sono loghi che appassiscono in una manciata di stagioni, onore e gloria al grafico che scelse la linearità minimalista di questo sans-serif per marchiare a fuoco la nostra memoria. 

E RILEGGETEVI QUEST’ULTIMA RIGA CHE NON L’HO SCRITTA A CASO.

Arriviamo quindi al 2023 e precisamente a febbraio: siamo al Mobile World Congress di Barcellona, occasione in cui ci è stato presentato il nuovo logo, che non è un semplice restyling ma il cappello di un riposizionamento radicale che traghetta l’Azienda dal segmento di telefonia B2C a quello B2B legato alla distribuzione di infrastrutture per la rete 5G.

Mai così necessario quindi rivedere completamente l’identità corporate.

Ed ecco che arriva il capoverso sulla genialata.

Sì perché l’operazione di restyling è solo apparentemente un’attualizzazione dei canoni stilistici o una semplificazione contemporanea che punta ad alleggerire questo wordmark da decadi di bolditudine: questo restyling è un vero e proprio esperimento di psicologia collettiva. Connecting People, appunto.

Riguardatelo bene: sono ancora lettere quelle che leggiamo? O sono solo forme, una in fila all’altra che la nostra mente completa e colma di significato fino a farci leggere NOKIA? 

Io dico che solo un logo marchiato a fuoco nella nostra memoria può permettersi di riposizionarsi con un nuovo logo che nasce direttamente dalla percezione creativa delle nostre menti e che collega la nostra esperienza passata a un futuro ancora da scrivere.

Direi che onore e gloria se li meritano anche i creativi che stanno dietro a questo progetto.

Concludo pensando a quanto è bello riscoprire ogni volta che ratio e creatività sono sempre le due facce della stessa medaglia e che se indossata con passione alla lunga ti regala quell’esperienza fondamentale per eseguire un lavoro che possa durare nel tempo.

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