Consulenza nel Digitale: perché una guida strategica è necessaria per il tuo business.

Il fascino del digitale ha sedotto molte aziende, convinte che il web possa fornire risultati con sforzi ridotti. Non basta avere un sito web o aprire un account Instagram per ottenere visibilità e potenziali nuovi clienti.

Se non c’è una strategia dietro si rischia di investire tempo e denaro inutilmente.

La rivoluzione digitale ha portato alla nascita di figure nuove molto diverse tra loro che, grazie a competenze specifiche, sono in grado di districarsi nelle complessità del web e di individuare opportunità che sono alla base di una strategia digitale.

Per questo motivo l’azienda che vuole comunicare sul web necessita della consulenza e dell’esperienza che agenzie come la nostra hanno sviluppato negli anni, misurandosi ogni giorno con un mondo che cambia regole di continuo.

L’agenzia diventa una guida senza la quale si correrebbe il rischio di perdersi tra tutti gli strumenti che il web offre, di scegliere quelli sbagliati o di non usarli correttamente. 

Ma vediamo più nello specifico cosa significa richiedere una consulenza digitale.

Fase uno: assessment

Affidarsi a un’agenzia qualificata significa innanzitutto essere ascoltati: il consulente non sa a priori quello di cui c’è bisogno, anzi. Ogni azienda ha una storia, un mercato, un target differente, quindi diffidate da chi ha le risposte in tasca, ma soprattutto quotazioni economiche pronte all’uso.

Dopo avervi ascoltato l’agenzia si porrà delle domande, valuterà la vostra brand identity se ne avete una, analizzerà eventuali strumenti già in uso come il sito web o i canali social, cercherà di capire cosa funziona e cosa invece no e quali sono le aree che non sono state pattugliate a dovere. Un esempio pratico: magari un’azienda ha raccolto tantissimi indirizzi mail durante una fiera e non ha mai pensato di farli fruttare attraverso l’email marketing.

Solo dopo essersi accertata che gli strumenti base, come logo e immagine coordinata, siano idonei per l’esposizione digitale, (altrimenti meglio tornare alla prima casella e fare un bel rebranding) si pensa a cosa comunicare e a come farlo.

Fase due: concept di comunicazione

In fase di assessment l’agenzia avrà preso informazioni sul prodotto, sul mercato, sulla target audience e sullo scenario in cui si opera e lo trasformerà in valore da veicolare.

Spesso l’azienda nemmeno si rende conto del suo valore: magari è un terzista con un servizio post vendita eccellente in grado di fidelizzare i clienti, ma lui è ancora convinto di vendere pezzi di ricambio. Sta all’agenzia comunicare questo valore con un tono di voce appropriato.

Quindi, dopo la fase di rebranding, potrebbe essere necessario costruire un concept di comunicazione. 

“Ma come? Eravamo qui per parlare di digitale e siamo ancora al key visual???”

Corretto. Non si affronta l’Everest in infradito, bisogna equipaggiarsi, altrimenti si rischia di non scalare l’infinita montagna di concorrenti e relativi messaggi pubblicitari che affollano la rete.

Fase tre: scelta dei canali

Cominciamo a entrare nel vivo della questione: adesso che l’azienda ha un’immagine corretta e un valore da comunicare: dove glielo facciamo dire?

Il posto più giusto è nel luogo in cui si trova il suo target

“Ma come? Ma io ho un sito internet, mettiamolo lì!” 

Certo, ma il sito web è solo un punto d’arrivo, a cui l’utente approda solo dopo ricerche dirette o per mezzo di un funnel. 

“E quindi?”

E quindi è il momento di scegliere i touch point più giusti. 

Tutti vogliono andare sui social, ma bisogna accendere solo i canali corretti e che si è poi in grado di gestire con uno sforzo continuativo nel tempo. Non sapete quante aziende B2B sprecano energie per essere a tutti i costi su Instagram o Facebook, quando invece otterrebbero risultati significativi presidiando solo LinkedIn con un piano editoriale organico strutturato ed eventuali annunci sponsorizzati che portino al sito web.

E a proposito di sito, pochi sanno che la sua stessa struttura ne determina il funzionamento: è ottimizzato SEO? Si è pensato a una strategia di link building affinché Google lo premi? È stato disegnato per rendere facile e comprensibile il percorso dell’utente e portarlo in modo naturale a compiere delle azioni come comprare o lasciare un indirizzo mail? 

La strategia, quindi, potrebbe prevedere anche la costruzione di un sito valido e in quel caso si deve preoccupare che il flusso di utenti in entrata sia costante, magari con un piano di Google ADS se si vogliono incentivare le ricerche dirette, o con la scrittura di articoli in ottica SEO, per migliorare il posizionamento sui canali di ricerca.

Come hai potuto capire il digitale non è una somma in cui 1+1 fa sempre 2, è una ricetta in cui bisogna sapere cosa mettere e soprattutto come dosarlo per ottenere un buon piatto. E in cucina, come nel marketing, si sa che non sono tutti esperti. 

Ma non abbiamo finito: per ora abbiamo parlato solo di definizione della strategia che è solo la lista della spesa, se ci piace restare nella metafora della cucina.

Per realizzare tutto ciò che la strategia necessita, serve un team di professionisti: dai content creator, ai graphic design, dagli UX-UI designer agli sviluppatori. E se la strategia richiede la presenza di foto e video? Servono anche videomaker e fotografi.

“Sì, va bene, ma dove si trova una realtà che sia in grado di fare e gestire tutto questo?”

A Gallarate, signori

Qui, in Kifadesign abbiamo specialist e creativi in grado di comprendere i tuoi obiettivi, tradurli in valore e realizzare gli strumenti che servono a veicolarlo.

Ti sei reso conto che forse affidarsi a un buon consulente digitale non sarebbe una cattiva idea?

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Non vediamo l’ora di ascoltare le tue idee e i tuoi progetti e metterci al lavoro per definire una strategia su misura della tua azienda.

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